Durante la pandemia COVID19, abbiamo assistito a tante scene commoventi. Il personale dell'ospedale Sacco di Milano ha registrato un video in cinese per ringraziare il gesto generoso dei donatori cinesi, una coppia cinese è stata curata e dimessa dall'ospedale Spallanzani di Roma. I due popoli sono sempre stati uniti contro il nemico comune: il virus.
Subito dopo l'esordio del COVID19, la Cina ha adottato le più complete e rigorose misure di prevenzione epidemica, rivolgendosi al mondo con responsabilità e trasparenza. Il 27 dicembre 2019, 3 casi sospetti sono stati segnalati per la prima volta dal dipartimento di malattie respiratorie e terapia intensiva dell'Ospedale Provinciale di medicina tradizionale cinese e occidentale integrata di Hubei; il 29 dicembre, il CDC di Wuhan ha iniziato le indagini epidemiologiche; il 31 dicembre, la commissione provinciale di sanità ha pubblicato le informazioni sull'epidemia e la commissione nazionale ha inviato un contingente a Wuhan per coordinare le indagini. Il 3 gennaio 2020, la Cina ha ufficialmente informato l'OMS e i paesi interessati dell'esistenza dell'epidemia; il CDC cinese ha isolato con successo il primo ceppo del coronavirus il 7 gennaio e confermato il patogeno l'8 gennaio; il 12 gennaio, la Cina ha fornito la sequenza del genoma del coronavirus all'OMS e l'ha pubblicata nel database internazionale per l'influenza GISAID; il 23 gennaio, ha iniziato il lockdown di Wuhan, città con una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti. Le misure della Cina sono andate ben oltre i requisiti del Regolamento Sanitario Internazionale (IHR) e le raccomandazioni dell'OMS. Il Segretario Generale dell'ONU António Guterre ha pienamente riconosciuto il sacrificio e il contributo che la Cina ha fatto per contenere la diffusione dell'epidemia a beneficio dell'umanità, e l'OMS ha più di una volta apprezzato la tempestiva pubblicazione dei dati da parte della Cina.
Nella lotta iniziale contro il virus, la Cina ha ricevuto aiuti disinteressati da molti paesi tra cui l'Italia. Nella successiva diffusione dell'epidemia nel resto del mondo, la Cina ha condiviso senza riserve le sue esperienze con la comunità internazionale, e ha fatto del suo meglio per inviare forniture mediche e contingenti di medici esperti. Con azioni pratiche, la Cina ha dimostrato lo spirito di solidarietà e cooperazione per l'interesse di tutti gli esseri umani.
In una situazione di emergenza globale, è normale provare paura e preoccupazione, ma a volte questi sentimenti ci portano a cercare un nemico a cui attaccare, dimenticando che il nemico ce l'abbiamo già, ed è il coronavirus.
Ora è un momento che esige la solidarietà di tutto il mondo, ma purtroppo vediamo alcune persone e organizzazioni che stigmatizzano e politicizzano l'epidemia deliberatamente. Trovare la vera origine del nuovo coronavirus è una questione scientifica, la ricerca non ha ancora dato una risposta conclusiva. L'OMS ha specificato chiaramente che le malattie infettive non devono essere nominate in base alla posizione geografica e si oppone fermamente al collegamento dei patogeni a paesi o regioni specifici. La stigmatizzazione non può che portare a xenofobia, discriminazione e pregiudizio. Il virus dell'influenza A/H1N1 non si chiama "virus americano", l'Ebola non si chiama "virus africano" e il SARS-CoV-2 non si chiama "virus cinese".
Purtroppo, alcune persone, per sottrarsi alle loro responsabilità e spostare l'attenzione dell'opinione pubblica, accusano la Cina per aver nascosto notizie sull'epidemia. Questo è un "virus politico" ancora più terribile. Di fronte a una crisi globale di sanità pubblica, è giusto lavorare insieme per combattere l'epidemia anziché intraprendere rivendicazioni maligne su accuse infondate. D'altro canto, nella storia internazionale non c'è stato nessuno precedente relativo all'HIV e altre influenze. La Cina, come tutti gli altri paesi, è stata vittima – non complice – del coronavirus. È immorale e dannoso attaccare la Cina senza alcuna prova concreta.
Il virus non conosce confini dei paesi né etnie delle persone. Questa pandemia senza precedenti ci sta dando una lezione importante su come siamo interconnessi e al contempo vulnerabili. Tutti i paesi condividono lo stesso futuro nella lotta contro il coronavirus, non ci sarà una situazione di vittoria-sconfitta, perché o la vinciamo insieme o ne usciamo tutti sconfitti. La Cina continuerà a collaborare con la comunità internazionale per salvaguardare la patria comune dell'umanità.